Il servizio negli anni si è diffuso in città e centri urbani, tuttavia molte società hanno chiuso l’attività a causa di difficoltà finanziarie e gestionali.

Il bike sharing è un sistema di noleggio di biciclette che consente agli utenti di prendere in prestito una bicicletta da una stazione automatizzata e restituirla in un’altra stazione del sistema, generalmente situata in un’altra parte della città. Il bike sharing negli ultimi anni è diventato sempre più popolare tra le amministrazioni comunali italiane: si propone come soluzione per il traffico congestionato nelle città, come mezzo di trasporto ecologico per la mobilità sostenibile e per incentivare l’attività fisica.

Il funzionamento del bike sharing può variare a seconda del sistema: in generale gli utenti possono accedere alle biciclette messe a disposizione da Enti locali e società attraverso una carta di credito, un’applicazione mobile o un codice QR. Dopo aver utilizzato a noleggio il mezzo a due ruote, l’utente dovrebbe restituirla in una stazione dislocata sul territorio cittadino e/o comunale. Il prezzo del noleggio può variare a seconda del tempo di utilizzo, della distanza percorsa o del numero di biciclette noleggiate. Il bike sharing può essere gestito da un’azienda privata o da un’organizzazione pubblica e spesso riceve incentivi da parte delle amministrazioni locali per promuovere l’utilizzo delle biciclette come mezzo di trasporto sostenibile. I sistemi di bike sharing possono essere disponibili solo in determinate zone della città o possono coprire l’intero territorio urbano.



Pro e contro del servizio

Il bike sharing offre numerosi vantaggi, come la riduzione del traffico e dell‘inquinamento, l’accesso a un’alternativa di trasporto economico e sostenibile e la promozione dell’attività fisica. Tuttavia, ci sono anche alcune sfide associate al bike sharing, come la manutenzione delle biciclette e delle stazioni ma anche eventuali problemi gestionali e tecnici.

Ci sono stati alcuni esempi di sistemi di bike sharing che, in passato, sono stati chiusi per diverse ragioni, tra cui quelle finanziarie. In generale, i sistemi di bike sharing possono incontrare difficoltà economiche se non riescono a raggiungere il break-even, ovvero il pareggio dei conti, o se la domanda dei servizi offerti è inferiore alle aspettative. Inoltre, le biciclette messe a noleggio spesso sono soggette ad atti di vandalismo e furti, il che può rappresentare un costo significativo per l’azienda. In alcuni casi, la chiusura del sistema di bike sharing può essere dovuta anche a problemi di gestione interna o di normative locali, che possono ostacolare il funzionamento del servizio.

 

L’esempio di Palermo

In Italia ne è esempio un sistema di bike sharing di Palermo, in Sicilia, che secondo le fonti si trova in uno stato di abbandono e disuso, con molte biciclette rotte o inutilizzabili. La società che gestisce il servizio ha dichiarato il fallimento e il servizio è stato interrotto, lasciando molte biciclette sulle strade. In questo caso si sono verificate diverse difficoltà tra cui la mancanza di manutenzione delle bici e la scarsa qualità delle stesse. Inoltre, sembra che la società non abbia avuto successo nell’ottenere abbastanza abbonamenti per il servizio, così da garantirne la sostenibilità finanziaria.

Il fallimento dei sistemi di bike sharing, in generale, rappresenta una perdita per le città e per le aree urbane, poiché vengono investiti ingenti risorse nell’adozione del sistema e nella promozione dell’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto sostenibile e la relativa realizzazione e sviluppo di una rete di piste ciclabili.

Le soluzioni by GaraGeeks

Per garantire una continuità, e per non sprecare risorse soprattutto pubbliche, varrebbe la pena investire in infrastrutture utili alla mobilità sostenibile: in primo luogo piste ciclabili a cui possono seguire stazioni di ricarica, aree ristoro con panchine e sistemi di videosorveglianza, tettoie, colonnine di ricarica per dispositivi digitali come smartphone e per e-bike. Proprio queste biciclette elettriche a zero impatto sull’ambiente, hanno un discreto valore e si stanno diffondendo in modo capillare, lasciando di fatto che la gestione e la proprietà della bici rimanga ai privati, assicurandosi di fatto costi più bassi per la collettività e una maggiore responsabilità.

GaraGeeks propone prodotti che offrono servizi utili agli utenti delle città e nella direzione di implementazione della mobilità sostenibile. La Stop&Charge Shelter è una pensilina di ricarica 100% ad energia solare per biciclette, monopattini e carrozzine elettriche che non richiede scavi o allacciamenti alla rete elettrica pubblica. Perfetta lungo le piste ciclabili o percorsi fuoripista in collina o montagna per incentivare la micro-mobilità cittadina, il ciclo-pendolarismo e il cicloturismo, è dotata di una panchina e punti di ricarica di smartphone e l’accesso ad internet Wi-Fi . Shelter aumenta l’autonomia delle e-bike, riduce l’ansia da batteria scarica e consente così spostamenti più lunghi e frequenti.

La Stop&Charge Solar 2.0 , invece, può rendere le piste ciclabili più smart e sicure. E’ una colonnina di ricarica 100% a energia solare, strumento multifunzione con video-sorveglianza e pulsante di chiamata d’emergenza, monitora anche la qualità dell’aria, non richiede allacciamenti alla rete elettrica pubblica. Inoltre può ricaricare  smartphone, e-bike e altri mezzi fino a 300W, avere un’ampia superficie informativa, disporre dell’accesso ad internet Wi-Fi, configurandosi anche come punto di riferimento illuminato per chi percorre le piste ciclabili. Solar 2.0 è realizzata con materiali durevoli come acciaio inox, legno di betulla e Corian e la filiera è 100% italiana. Dotandosi di Stop&Charge Shelter e Stop&Charge Solar 2.0 by GaraGeeks viene offerto ai cittadini un servizio importante: lo possono fare aziende, Comuni, Pubbliche Amministrazioni e istituzioni anche grazie ai bandi di finanziamento messi a disposizione periodicamente per beneficiare di sostegni economici e agevolazioni.

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